@NeroVivace
Marte, dio del tuono,
dominatore dell’animo e del cuore degli uomini,
placa la tua sete di sangue con un calice del nostro vino
e affrancaci dalla bramosia del potere e dalla violenza della guerra!
Questo, ti chiedo.
Nero Vivace
Nero Vivace
C’è la guerra
C’è la guerra
Dalla sensazione d’inquietudine all’esternazione espressiva.
Ogni azione che compiamo rappresenta una volontà, un’espressione, un progetto. Questo succede sempre, anche quando facciamo musica. Ogni nota, ogni parola, ogni armonia rappresentano qualcosa d’impalpabile ma con risvolti concreti. Niente è più concreto di una parola.
Il brano presentato in queste pagine rappresenta, per l’autore e, ci auguriamo anche per l’ascoltatore, il tentativo di squarciare il buio della rassegnazione, lo scossone indispensabile per una presa di coscienza dolorosa ma necessaria, una progressiva consapevole visione dell’oscurità del mondo che sta avvolgendo il presente e ne dominerà il domani.
Si resta increduli e inebetiti di fronte all’assurdità racchiusa in questa sola parola, tanto da doverla ripetere molte e molte volte prima di capirne il significato o forse di dimenticarlo. “C’è la guerra…c’è la guerra…c’è la guerra…” . Solo in un lento progredire si riesce a rendersi conto in maniera lucida di che cosa sta succedendo intorno a noi e che la nostra mente razionale tende ad allontanare, a rifiutare come incomprensibile e inaccettabile.
Ma la situazione è reale e per comprenderla interamente basta ascoltare quel mantra, quella vibrazione che a poco a poco risveglia le nostre coscienze fino a renderle profondamente consapevoli, dell’orrore che l’uomo è in grado di creare.
Il brano è stato inciso, in presa diretta, senza tagli, lasciato quasi allo stato grezzo per essere il più vicino possibile alla realtà.
Le registrazioni sono state effettuate in un teatro in disuso.
Per assurdo, il colore della guerra è il rosso vivo. Quando arriva il nero, la morte, la guerra è già finita.
Nero Vivace
È il nome di un progetto artistico, di un gruppo, di un interprete.
Roberto Fulvi è l’autore dei testi e delle musiche.
L’organico strumentale è composto da vari elementi di cui solo due, hanno partecipato alla realizzazione di questo brano.
Roberto Fulvi, voce e chitarra
Giovanni Taietta, cajon
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